Cos’è davvero il traffico diretto?

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Tabella dei Contenuti

Definizione di traffico diretto

Il traffico diretto è composto da tutte le sessioni che non rientrano in una delle seguenti casistiche: traffico da motore di ricerca noto, traffico da social network noto, traffico a pagamento e traffico da campagne personalizzate; se Google non riesce a determinare che un utente sia atterrato nel tuo sito web tramite un motore o una campagna riconosciuta o un canale sociale, e se non hai campagne personalizzate attive, allora Google definisce la sorgente del traffico come diretto.


Premessa

Come funziona il traffico diretto in Google Analytics
Per quanto tu sia bravo con Adwords e Google Tag Manager, per quanto tu eccella nel connettere le Conversioni che hai in Analytics a quelle di Adwords, qualche piccolo problema di tracciamento ci potrà sempre essere.
A me è capitato – più spesso di quanto volessi – soprattutto di avere problemi sulla sorgente/mezzo delle visite. Cioè sull’origine delle sessioni e quindi, di conseguenza, delle conversioni.
Identificare la sorgente/mezzo delle sessioni è – per chi come te ha attive delle campagne di advertisting online (Adwords o Facebook ADS) – la manna, il pane che scende dal cielo per capire cosa sta succedendo e cosa devi “mettere a posto”.

La domanda quindi è:


Da dove vengono davvero i tuoi utenti?

Questa domanda è fondamentale per capire come gli utenti utilizzano il tuo sito e quali sorgenti di traffico sono tracciate bene oppure no. E’ evidente che avere un dato certo in questo senso ti serve a un sacco di belle cose:

  • Ottimizzare il traffico organico
  • Migliorare le tue campagne Adwords
  • Migliorare le tue campagne Facebook ADS
  • Capire se le tue newsletter stanno performando o meno
Insomma è la base di una buona autoanalisi del tuo lavoro di marketer online!

Questo lo suggerisce lo stesso Google che con il suo italiano essenziale spiega la cosa così:

Gli utenti arrivano al tuo sito web o alla tua applicazione attraverso varie sorgenti, tra cui motori di ricerca, social network e campagne pubblicitarie. Utilizzando Analytics per misurare queste campagne e sorgenti di traffico, puoi migliorare la tua attività di marketing e l’esperienza degli utenti.


Le sorgenti di traffico sono molte più di quelle che pensi

In questo post cercherò di indicarti che le visite del tuo sito web non hanno origine solo dall’organico, dalle campagne a pagamento e dalle newsletter: il tuo traffico è molto più strutturato, eterogeneo di quello che pensi: e tutto ciò Google Analytics lo cataloga come traffico diretto.

Ragionando al contrario, si potrebbe dire che tutto ciò che non è organico, ADS, sociale, newsletter è traffico diretto: ma quanto è variegato questo traffico diretto? Quanta roba rientra nel tuo traffico diretto? E come fai a individuare cosa davvero c’è nel mare magnum del traffico diretto?

Per comprenderlo è fondamentale che tu comprenda in che modo Google Analytics traccia il tuo traffico.


In che modo Google Analytics traccia il tuo traffico?

Quando un tuo utente atterra nel tuo sito o blog, in che modo Google Analytics traccia il suo traffico? GA utilizza un algoritmo, che è descritto nello schema qui sotto: (tradotto da qui)

come funziona il traffico diretto in Google Analytics

Puoi scaricare e utilizzare lo schema in PDF come meglio credi: è gratis!
Ma mi è costato parecchio tempo produrlo.
Quindi, se lo vuoi usare, ti prego di citarmi con un link.
Grazie 🙂

Come vedi, lo schema dell’algoritmo è un po’ complesso, ma posso semplificartelo in questo modo: immagina che il tuo traffico venga messo in un unico imbuto, che poi si divide in altri imbuti, e poi in altri ancora fino ad arrivare, molto filtrato, al “contenitore” del traffico diretto!
Da questo momento in poi, ti consiglio di tenere aperto lo schema mentre leggi il post e vedrai che ti diventerà tutto più chiaro.


In che modo Google Analytics identifica il traffico organico?

Partiamo dal traffico organico. Facciamo un esempio con questo blog che stai leggendo:

  1. Apri con Google Chrome e cerca “Fausto SEO” e clicca sul mio sito (faustogiungato.com)
  2. Click destro del mouse e scegli “Ispeziona”
  3. Vai su “Network” e seleziona la pagina home
  4. In “Request Headers” vedrai che il referral è google.it : questo vuol dire che l’origine della visita è appunto il motore di ricerca quindi è una sorgente classificabile come “organica” (vedi immagine qui sotto)

E allora come fai a “sgrossare” i dati del traffico diretto?

Ci sono diversi scenari che Google fa rientrare in traffico diretto, ma che non sono di fatto delle forme di traffico diretto:

  • click da un sito sicuro (che usa HTTPS) ad un sito che non è sicuro (HTTP)
  • click dalle app
  • click su link che sono scritti male (errori HTML)

come-funziona-il-traffico-diretto-in-google-analytics

Ma attenzione: il referrer è qui un motore di ricerca (Google), ma potrebbe essere anche Bing, così come Yandex o Baidu. Google infatti conosce tutta una serie di motori di ricerca ed assegna loro un valore identificativo in questa lista qui.

Se invece il referral è – come nel caso in oggetto – il motore di ricerca Google all’interno di questa sorgente/mezzo possono rientrare diversi “prodotti” Google di origine organica; ad esempio:

  • Google Immagini
  • Google Maps

In questo senso, Google è chiarissimo in questo post


In che modo Google Analytics identifica il traffico a pagamento?

Proseguiamo con il traffico a pagamento.
Google può tranquillamente leggere il traffico che proviene da un motore di ricerca, ma come fa a tracciare il traffico che proviene da click a pagamento? Siano essi click che vengono da Adwords o da Doubleclick.
In questi casi, Google usa lo ‘stratagemma del gclid’, cioè aggiunge all’URL del mio sito una cosa del tipo:

www.faustogiungato.com/?gclid=ldsTEST56njkl45lkh5678n

Se il traffico proviene da Doubleclick, Google usa invece lo ‘stratagemma del dclid’, che è uguale al precedente ma con una piccola differenza:

www.faustogiungato.com/?dclid=ldsTEST56njkl45lkh5678n

Con questi stratagemmi, Google riesci ad identificare non solo che il click proviene da Adwords, ma da quale campagna, da quale annuncio e da quale query la sessione è stata generata.


In che modo Google Analytics identifica il traffico da campagne personalizzate?

Per ‘campagne personalizzate’ si intendono le campagne che provengono da newsletter, banner personalizzati, campagne di affiliazione, ecc.
In questi casi, sei tu che devio imboccare Google, utilizzando lo strumento di creazione URL (Google URL Builder), che ti permette di aggiungere dei parametri all’URL che ti interessa:

  • utm_source (Sorgente della campagna)
  • utm_campaign (Nome della campagna)
  • utm_medium (Mezzo della campagna)
  • utm_content (Contenuto per differenziare annunci)
  • utm_term (Parola chiave a pagamento)

Rimanendo nell’esempio del mio sito, ecco un URL che può essere tracciato come traffico da campagne personalizzate:

www.faustogiungato.com/?utm_source=Newsletter-aprile-2016&utm_medium=email&utm_content=followup-lead-che-non-hanno-acquistato&utm_campaign=supercampagna


Alla fine cosa rimane? Il traffico diretto!

Il traffico diretto è quindi composto da tutte le sessioni che non rientrano in una delle casistiche che abbiamo visto finora; se Google non riesce a determinare che un utente sia atterrato nel tuo sito web tramite un motore o una campagna riconosciuta o un canale sociale, e se non hai campagne personalizzate attive, allora Google definisce la sorgente del traffico come diretto.
A livello logico, è tutto abbastanza chiaro: il traffico diretto non è tutta questa serie di cose. Il traffico diretto è tutto il traffico che va a finire in fondo al diagramma di flusso che hai scaricato in PDF.

Ora dobbiamo dare una “definizione positiva” del traffico diretto e quindi la domanda è: è davvero tutto traffico diretto quello che Google classifica come tale?

Per avere chiara la risposta a questa domanda, riguarda bene l’immagine che ho già inserito all’inizio del post :
Come funziona il traffico diretto in Google Analytics
No, certo che non è realistico che tutto questo sia traffico generato solo da chi:

  • scrive a mano l’indirizzo del tuo sito web
  • da chi ti ha aggiunto frai preferiti dal browser
  • chi ha cliccato in una tiny o vanity URL (non sempre)
  • chi ha cliccato in una firma la tuo sito non tracciata

Non devi dare per assunto che, se Google dice che è diretto, si tratti davvero di mero traffico diretto. Anzi, ti consiglio di mettere sempre in discussione ciò che Google considera come traffico diretto: lì dentro ci può essere ben altro. Spesso è così.


E allora come fai a “sgrossare” i dati del traffico diretto?

Ci sono diversi scenari che Google fa rientrare in traffico diretto, ma che non sono di fatto delle forme di traffico diretto:


Click da HTTPS a HTTP

Il web funziona così: se da un sito sicuro, che usa HTTPS, si clicca ad un sito non sicuro, che usa http, Google Analytics va in una sorta di “corto circuito” e ti classifica quel click come traffico diretto.
In realtà, siti molto importanti – come Google o Facebook – sono strutturati in modo da tutelarsi da questo traffico insicuro e quindi anche se il traffico che parte da loro viaggia su siti insicuri, Google Analytics non lo traccia come traffico diretto ma riesce ad individuare la sorgente/mezzo corretta.

Qual è la soluzione in questo caso?
Fa girare il tuo sito in HTTPS: è da tanto tempo che Google lo consiglia ai webmaster!

Click da app

Google Analytics non riesce ad interpretare i click che provengono dalle app perché non si tratta di click che provengono da veri e propri siti web. In questo senso, Google Analytics non è ancora molto evoluto.

Qual è la soluzione in questo caso?
Lo strumento di creazione degli URL di Google! Usalo per aggiungere i parametri necessari all’URL che porta alla app ed i click su di esse non verranno tracciati più come traffico diretto ma come traffico da app.

Click su link che sono scritti male (errori HTML)

E già. Siamo umani.
E come tali commettiamo errori. Più di quanti tu ne possa immaginare! E specie quando scriviamo degli URL. Vuoi un esempio?

www.faustogiungato.com/?utm_source=Newsletter-aprile-2016&utm_medium=email&utm_content=followup-lead-che-non-hanno-acquistato&utm_campaign=supercampagna

Qual è la soluzione in questo caso?
Ovvio! Scrivi bene i tuoi URL!

Buona analisi a tutti!


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